Coronavirus, i nuovi dati sull’epidemia complicano la riapertura della scuola, circondata da diverse incognite.
I nuovi dati sul coronavirus complicano e non poco i piani per la riapertura della scuola. La ministra Azzolina ha assicurato che il sistema sarà pronto all’esame di settembre, e anche Conte si è impegnato pubblicamente garantendo il ritorno a scuola dei ragazzi. Ma la situazione potrebbe essere decisamente più complicata del previsto, e le buone intenzioni, insieme con il duro lavoro, potrebbero non bastare.
Allerta clinica fino al prossimo mese di marzo
Le previsioni sul coronavirus non sono propriamente rosee. L’allerta proseguirà almeno fino al prossimo mese di marzo e la scuola rappresenta uno dei contesti di trasmissione a rischio. Anche perché si va incontro a una serie di incognite. La riorganizzazione del sistema e degli istituti trasforma il mondo dell’istruzione in un qualcosa di nuovo ed inesplorato. Le norme adottate saranno in grado di contenere i contagi? Saranno efficaci? Solo il tempo e i dati lo diranno. Non solo. Di fronte all’emergenza, le scuole sono state chiuse, quindi non è chiaro che tipo di diffusione si possa avere. Di fatto si naviga a vista, senza certezze.
Il mese di agosto
All’inizio del mese di agosto i dati sulla circolazione del coronavirus suggeriscono la massima prudenza. Alla luce delle graduali riaperture avviate dal mese di maggio l’indice di contagiosità nazionale si attesta tra 0,9 e 1, più vicino alla zona a rischio che alla comfort zone. È inoltre impossibile pronosticare la situazione in essere alla fine di agosto. Nel corso del mese molte persone si sposteranno per le vacanze e gli effetti di questi spostamenti sono imprevedibili. Il rischio è quindi che si possa arrivare agli inizi di settembre con un indice Rt elevato.
I dati sul coronavirus complicano la riapertura della scuola
A complicare il lavoro per il ritorno a scuola c’è l’abbassamento dell’età media dei casi di coronavirus. I numeri mostrano che l’epidemia non interessa solo le persone anziane, che ovviamente restano i soggetti più a rischio. Il Covid non guarda in faccia a nessuno e sicuramente non chiede la carta di identità. E proprio l’abbassamento dei casi deve spingere le autorità alla massima prudenza. Il rischio è che le scuole si trasformino in un immenso serbatoio di coronavirus alimentando la trasmissione in famiglia e all’esterno. E lo scenario potrebbe essere decisamente drammatico.